La giornata di quel 10 agosto 2021 per Peter Moser inizia molto presto. È notte fonda quando parte da San Martino di Castrozza; con la frontale in testa sale verso la ferrata Bolver-Lugli e prima che il sole tramonti sarà sulla cima del Piz de Sagron che ha raggiunto dopo aver salito il Cimon della Pala, la Pala di San Martino, la Cima Canali, il Sass Maor e il Sass d’Ortiga. Tutto d’un fiato.
Ispirandosi ai pionieri dell’alpinismo, Peter ha concatenato in un solo giorno sei delle principali cime delle Pale di San Martino, percorrendo le vie storiche dei primi salitori. Un confronto ad armi pari con la montagna, in velocità ma senza fretta, un viaggio intimo che Peter ha voluto compiere per arrivare alle radici dell’alpinismo e del suo essere montanaro e guida alpina, dove l’esplorazione e lo stupore per la Natura sono ancora possibili. Il medesimo desiderio di esplorazione che spinse i primi alpinisti inglesi a salire sulle Pale, accompagnati da cacciatori e montanari del Primiero che il film evoca proprio attraverso una delle più leggendarie cordate che hanno fatto la storia dell’alpinismo. Mariano Lott e Antonio Zagonel, entrambi guide alpine delle Aquile di San Martino e Primiero, vestono i panni di due guide storiche del Primiero, come Michele Bettega e Bortolo Zagonel, mentre la cliente inglese Beatrice Thomasson è interpretata con eleganza e aplomb britannico da Petra Lott.
A completare il tributo dato all’impresa di Peter Moser si aggiungono le voci di Maurizio Zanolla “Manolo” e dello storico dell’alpinismo Luciano Gadenz.
Pionieri è un progetto di AKU che ha realizzato con il supporto economico di ApT San Martino di Castrozza, che ne ha curato l’organizzazione ed alcuni aspetti logistici, e Vibram.
Al Trento Film Festival la prima visione di Pionieri è per il 1° maggio e in replica il 5 maggio. Trailer del film e acquisto dei biglietti su questa pagina https://trentofestival.it/edizione-2023/programma/film/pionieri
PIONIERI
Un film di Alessandro Beltrame; Sceneggiatura di Roberta Orsenigo; Idea e soggetto Teddy Soppelsa.
Con la partecipazione di
Peter Moser, Maurizio Zanolla “Manolo”, Luciano Gadenz, Mariano Lott (Michele Bettega), Antonio Zagonel “Cobra” (Bortolo Zagonel), Petra Lott (Beatrice Thomasson), Mara Iagher (gestrice Rifugio Treviso).
Grafica 3D di Diego Boffelli; Fotografia di Alessandro Beltrame; Assistenti di produzione: Simone Caviglia, Ada De Matteo; Logistica in montagna: Flavio Beber, Fabrizio Dellai “Bicio”; Produzione: AGB Studio Video – agbvideo.com.
Si ringraziano
Carla Scalet, Maurizio Toffol, Manuel Corso, Jenni Zagonel, Roberta Secco
Duilio Boninsegna, Pierina Boni, Laura Meneghini, Tullio Simoni, Piero Casagrande, Elisa Bettega, Iwan Canins, Deborah Zampedri, Silvano Doff Sotta, Maurizio Salvadori, Gianpaolo Zortea “Zorro”.
Un ringraziamento speciale a
Gruppo Guide Alpine Aquile di San Martino e Primiero.
Un progetto di AKU in collaborazione con
APT San Martino di Castrozza-Passo Rolle-Primiero e Vanoi;
Vibram.
Poco dopo la metà dell‘800, quando i primi viaggiatori inglesi videro le Pale di San Martino, rimasero colpiti dalla bellezza di questo gruppo dolomitico le cui cime erano in gran parte ancora tutte da salire. Da quel momento ebbe inizio la corsa alla loro conquista. La prima ad essere raggiunta, nel 1870, fu il Cimon della Pala (3184 m), definito da John Ball il Cervino delle Dolomiti. Poco dopo fu la volta del Sass Maor, della Pala di San Martino, della Cima Canali e prima che il secolo delle grandi rivoluzioni finisse tutte le principali cime delle Pale erano state raggiunte. A guidare quegli aristocratici alpinisti fin sulle cime, furono contadini e cacciatori del Primiero che, seppur spinti da interessi diversi, formarono delle cordate leggendarie che hanno fatto la storia dell’alpinismo.
“Avrei potuto scalare le vie più impegnative, ma ho preferito fare un passo indietro. Ho voluto togliere tutto dal mio alpinismo e mettere al centro la montagna. Non è stata solo la ricerca di una performance, anzi era l’ultimo dei miei obiettivi. Era anche una ricerca delle mie origini, come guida e come alpinista. Sono andato alle radici dell’alpinismo e questo lo trovo bellissimo e importante. L’ho fatto in velocità, ma senza fretta, senza il cronometro. Il mio obiettivo era vivere l’avventura, non misurare il tempo. I leggendari pionieri ci hanno messo 20 anni per salire queste cime, a me, grazie al loro lavoro e alla loro genialità, è bastato un giorno”. – Peter Moser
Per raccontare nel modo più fedele possibile il grande viaggio compiuto da Peter Moser in un giorno attraverso le Pale, sono state necessarie 20 giornate di riprese per realizzare un cortometraggio di 32 minuti. Le Pale di San Martino non sono ambienti facili da documentare, gli spostamenti e gli avvicinamenti alle parteti sono sempre lunghi e faticosi, seguire Peter Moser non è stato semplice. Tuttavia, si è scelto di salire in arrampicata su tutte le vie percorse da Peter Moser, seguendo il protagonista durante le varie fasi del suo lungo e articolato viaggio, con un racconto in presa diretta che ha coinvolto la troupe tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno del 2021 e del 2022.
Per le riprese aeree sono stati utilizzati tre droni diversi, in base agli spostamenti; le riprese fisse sono state effettuate con telecamere e ottiche speciali per dare una sensazione vicina al linguaggio cinematografico, infatti per ogni sequenza, per quanto possibile, è stato creato un piccolo set cinematografico, con luci e diverse angolazioni di ripresa, evitando sequenze con inquadrature uniche tipiche del racconto documentaristico. Per la migliore resa di luce e ambiente, si è cercato di sfruttare le condizioni meteo più favorevoli, costringendo spesso la troupe a ritornare più volte sui luoghi e anche la gestione di comparse non professioniste ha dovuto adattarsi alle loro esigenze.
In questo modo le immagini che accompagnano Peter Moser restituiscono la grandiosità di un ambiente minerale travolgente e maestoso, unico e severo come sono le Pale di San Martino, documentato forse per la prima volta “da dentro”, seguendo un ideale filo rosso che dai 3000 metri del Cimon de la Pala si snoda attraverso cime e valli fino alla dolomite più meridionale del Piz de Sagron, sul confine tra Trentino e Veneto.
Il 10 agosto 2021 Peter Moser è partito di notte da San Martino di Castrozza e ha raggiunto prima del tramonto le seguenti cime:
Cimon della Pala (3184 m) per la via normale di sud-est (prima salita: nel 1870 da Edward Robson Whitwell, Christian Lauener con la guida Santo Siorpaes);
Pala di San Martino (2982 m) per la via normale di nord-ovest (prima salita: nel 1878 da Julius Meurer, Alfredo Pallavicini, con le guide Michele Bettega, Arcangelo Dimai e Santo Siorpaes);
Cima Canali (2900 m) lungo lo spigolo nord-ovest con l’attraversata delle creste (prima salita: nel 1879 da Charles Comyns Tucker con la guida Michele Bettega);
Sass Maor (2812 m) per la via normale di sud-est (prima salita: nel 1875 da Henry Awdry Beachcroft, Charles Comyns Tucker, con le guide Francois Devoassoud e Giovanni Battista Della Santa);
Sass d’Ortiga (2631 m) per lo spigolo ovest (prima salita: nel 1892 da Demeter Diamantidi e Peter Kotter con Giuseppe Zecchini);
Piz de Sagrón (2486 m) per il versante settentrionale e meridionale (prima salita: nel 1877 da Cesare Tomè, Tommaso Da Col e la guida Mariano Bernardin “Gabiàn”).
Peter Moser è guida alpina e atleta della montagna, con un profilo poliedrico in grado di esprimersi ad alti livelli in ogni contesto alpinistico. La sua prima ascensione a 12 anni sulle Torri del Vajolet con lo zio e poi è un susseguirsi di decine e decine di ascensioni dapprima sulle grandi vie classiche delle Dolomiti e delle Alpi Occidentali poi sugli itinerari più impegnativi e ambiziosi.
Diventa guida alpina giovanissimo, a soli vent’anni, poco dopo è chiamato a far parte come atleta del Gruppo militare Alta Montagna del Centro Sportivo dell’Esercito, un’esperienza di cinque anni che gli consente di accrescere la propria formazione atletica e alpinistica, oltre che nell’arrampicata sportiva e nello scialpinismo, la sua grande passione, praticata fin da giovanissimo a livello agonistico. Nel suo curriculum spaziano ripetizioni di itinerari sportivi anche superiori all’8c, salite alle grandi Nord, centinaia di vie in Dolomiti e in tutta la catena delle Alpi, numerose prime aperture sia su roccia che su ghiaccio.
Dal 2019 Peter Moser collabora con AKU come tester e consulente nello sviluppo delle calzature da alpinismo. Suo il contributo tecnico per la messa a punto del modello da approach Rock DFS GTX e delle nuove calzature da alpinismo tecnico di AKU: Aurai DFS GTX e AKU Croda DFS GTX.
Fedeli compagne di viaggio di Peter Moser, lungo questo grande viaggio attraverso le Pale di San Martino, sono state le AKU Rock DFS GTX. Una calzatura da avvicinamento tecnico e climbing leggero, che Peter Moser ha contribuito a progettare, ideale per muoversi velocemente sui sentieri ed estremamente precisa e confortevole durante tutte le sezioni di arrampicata.
Le giuste calzature
AKU ha sviluppato Rock DFS GTX come calzatura per l’approach. Puntale con Climbing Zone per l’arrampicata, tecnologia Elica per migliorare la camminata, DFS per una doppia allacciatura.
AKU Rock DFS GTX unisce le caratteristiche di una calzatura da fast hiking, leggera, comoda e pratica insieme con la rigidità necessaria per le sezioni di arrampicata. Il sistema DFS è stato progettato da AKU per permettere un rapido e semplice passaggio fra l’arrampicata ed il trekking. La doppia allacciatura rende Rock DFS GTX più aderente al piede e quindi più precisa anche sui piccoli appigli.
Peter Moser è un montanaro, guida alpina e atleta della montagna con un profilo poliedrico, in grado di esprimersi ad alti livelli in ogni contesto alpinistico.
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